Sospensione del versamento Iva con scadenza al 16 marzo 2020. La misura urgente sarebbe il primo rinvio fiscale tra quelli previsti dal governo e che dovrebbero essere adottati entro la fine della settimana. Di fatto, si tratta dello stesso schema adottato dopo ogni terremoto o grande calamità naturale. Quando l’emergenza è passata e le attività economiche si sono risollevate, una parte di quei soldi però può essere chiesta indietro dallo Stato. Dunque, se tutto verrà approvato nel prossimo decreto, come nel caso del rinvio dei mutui per le categorie colpite dall’emergenza coronavirus (leggi qui: Tasse, bollette e mutui sospesi: ma si dovrà poi rimborsare lo Stato?) meglio parlare di «sospensione» o, per usare le parole del ministro Roberto Gualtieri che ha dato le spiegazioni tecniche ieri 11 marzo in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, di un « futuro parziale ristoro» delle tasse non versate.
La celerità della misura non sarebbe data solo dalla velocità con la quale il virus si sta propagando e la conseguente diffusione degli effetti negativi per l’economia e gli introiti, ma anche perché la scadenza della dichiarazione annuale del periodo di imposta per il 2019 è tra pochissimi giorni. L’appuntamento del 16 marzo infatti riguarda tutti i titolari di partita Iva, ma è obbligatorio solo per coloro che in base alla dichiarazione dei redditi 2019 debbano al Fisco un importo superiore ai 10 euro. Si tratta di una delle scadenze più onerose e, dunque, se la sospensione rientrerà nel decreto, sarà un vero sollievo per i contribuenti.
A oggi, va ricordato, le uniche scadenze fiscali ufficialmente rinviate sono quelle per il periodo compreso tra il 21 febbraio e il 31 marzo per i cittadini e le imprese che si trovano nelle zone rosse individuate dal decreto del 24 febbraio scorso. Non è ancora chiaro cosa succederà per le altre regioni del Paese, ma è quasi probabile che lo slittamento riguarderà i cittadini dell’intera penisola.
Intanto, il calendario fiscale ha già registrato diverse variazioni. Ecco quali:
1) Certificazione Unica, la scadenza del 9 marzo 2020 per la trasmissione è stata prorogata al 31 marzo;
2) Modello 730 precompilato, la disponibilità online slitta dal 15 aprile al 5 maggio;
3) Modello 730, il termine dell’invio è stato prorogato al 30 settembre;
4) Acconto Irpef, la scadenza per comunicare al datore di lavoro l’eventuale riduzione slitta dal 30 settembre al 10 ottobre. Il versamento deve essere fatto entro il 15 novembre.
Sospensione del versamento Iva con scadenza al 16 marzo 2020. La misura urgente sarebbe il primo rinvio fiscale tra quelli previsti dal governo e che dovrebbero essere adottati entro la fine della settimana. Di fatto, si tratta dello stesso schema adottato dopo ogni terremoto o grande calamità naturale. Quando l’emergenza è passata e le attività economiche si sono risollevate, una parte di quei soldi però può essere chiesta indietro dallo Stato. Dunque, se tutto verrà approvato nel prossimo decreto, come nel caso del rinvio dei mutui per le categorie colpite dall’emergenza coronavirus (leggi qui: Tasse, bollette e mutui sospesi: ma si dovrà poi rimborsare lo Stato?) meglio parlare di «sospensione» o, per usare le parole del ministro Roberto Gualtieri che ha dato le spiegazioni tecniche ieri 11 marzo in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, di un « futuro parziale ristoro» delle tasse non versate.
La celerità della misura non sarebbe data solo dalla velocità con la quale il virus si sta propagando e la conseguente diffusione degli effetti negativi per l’economia e gli introiti, ma anche perché la scadenza della dichiarazione annuale del periodo di imposta per il 2019 è tra pochissimi giorni. L’appuntamento del 16 marzo infatti riguarda tutti i titolari di partita Iva, ma è obbligatorio solo per coloro che in base alla dichiarazione dei redditi 2019 debbano al Fisco un importo superiore ai 10 euro. Si tratta di una delle scadenze più onerose e, dunque, se la sospensione rientrerà nel decreto, sarà un vero sollievo per i contribuenti.
A oggi, va ricordato, le uniche scadenze fiscali ufficialmente rinviate sono quelle per il periodo compreso tra il 21 febbraio e il 31 marzo per i cittadini e le imprese che si trovano nelle zone rosse individuate dal decreto del 24 febbraio scorso. Non è ancora chiaro cosa succederà per le altre regioni del Paese, ma è quasi probabile che lo slittamento riguarderà i cittadini dell’intera penisola.
Intanto, il calendario fiscale ha già registrato diverse variazioni. Ecco quali:
1) Certificazione Unica, la scadenza del 9 marzo 2020 per la trasmissione è stata prorogata al 31 marzo;
2) Modello 730 precompilato, la disponibilità online slitta dal 15 aprile al 5 maggio;
3) Modello 730, il termine dell’invio è stato prorogato al 30 settembre;
4) Acconto Irpef, la scadenza per comunicare al datore di lavoro l’eventuale riduzione slitta dal 30 settembre al 10 ottobre. Il versamento deve essere fatto entro il 15 novembre.
Articolo di “Il Corriere della Sera”
https://www.corriere.it/economia/tasse/20_marzo_12/proroga-versamenti-iva-16-marzo-2020-si-va-la-sospensione-decreto-ae3defc4-643c-11ea-90f7-c3419f46e6a5.shtml
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