ADDIO AL CONTANTE: MONETA ELETTRONICA CONTRO L’EVASIONE FISCALE

 

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Favorire l’adozione della moneta elettronica garantirebbe anche la lotta alla corruzione, all’usura e al mercato nero
Siamo sempre stati abituati ad utilizzare banconote e monete per effettuare la maggior parte degli acquisti anche se negli ultimi anni la moneta elettronica sta assumendo sempre più rilevanza. Numerosi sono i vantaggi secondo il Prof Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica.
”La minor circolazione di contanti a favore di un aumento della moneta elettronica permetterebbe non solo di contrastare l’evasione fiscale, grazie alla tracciabilità offerta dai sistemi di pagamento elettronici, ma aiuterebbe certamente la lotta alla corruzione, all’usura e al mercato nero, tutti settori che vengono alimentati principalmente dal denaro contante” spiega il professore.
Da un recente sondaggio condotto dal giornalista inglese Richard Murphy, direttore di “Tax Research”, l’Italia è risultato essere il Paese dell’Unione Europea con il tasso di evasione più alto in assoluto, con oltre 180 miliardi di euro evasi all’anno. Questo dato è reso possibile dal fatto che nel nostro Paese circa l’83% delle operazioni complessive è ancora eseguito tramite contante.
“Nei giorni scorsi Susanna Camusso, presidente della CGIL, a tal proposito, ha dichiarato che attraverso la riduzione contante si potrebbe raggiungere l’obiettivo fiscale del monitoraggio di tutti gli incassi e che il maggior utilizzo di moneta elettronica porterebbe ad un recupero fiscale di circa 20 miliardi di euro. Non potrei essere più d’accordo. – ha aggiunto Pimpinella – E’ quindi necessario disincentivare l’utilizzo della moneta cartacea e attuare quanto prima la transizione verso il digitale, ma perché ciò sia possibile, ritengo fondamentale educare la popolazione, istruirla sulla moneta elettronica. A questo scopo l’A.I.I.P. sta promuovendo una serie di road show, incontri formativi presso importanti scuole superiori italiane. Puntare sui giovani nativi digitali, è infatti, a mio avviso, la scelta migliore, perché sempre più spesso su di loro ricade il compito di “educare digitalmente” le famiglie, basti pensare a quanti genitori chiedono ai figli istruzioni su come usare il cellulare anche per fare acquisti online, ma soprattutto perché fare di loro degli adulti finanziariamente digitalizzati, assicurerà un futuro con meno contante”.
Secondo Fabio Vaccarono, managing director di Google Italia, tra 5 anni le persone connesse a Internet saranno 5 miliardi e l’85% dei mestieri avrà bisogno di competenze digitali. Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale oltre che digitale che non deve coglierci impreparati.
“Per questo, unitamente agli incontri nelle scuole superiori, in diverse Università italiane abbiamo attivato corsi sulla moneta elettronica (in cui insegno personalmente insieme ad altri docenti), tramite i quali ho potuto riscontrare un grande interesse da parte degli studenti per questo settore. I ragazzi infatti ne intuiscono le grandi prospettive di sviluppo e sono quindi desiderosi di poter annoverare nei loro curriculum competenze nei pagamenti digitali.
I giovani sono quindi la nostra migliore speranza. Per il futuro, bisogna puntare sul futuro” ha concluso Pimpanella.

 

Articolo di “A.p.s.p”
http://www.apsp.it/pagina.php?id=169

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