Obbligo del Pos per tutti gli autonomi, secondo le nuove norme del Decreto fiscale e della legge di Bilancio
Dal prossimo anno gli autonomi non avranno più scuse: l’obbligo del Pos diventa effettivo per tutti e chi non si adegua sarà sanzionato. Lo prevedono le norme contenute nel Decreto fiscale e nella legge di Bilancio 2020. Tutte le partite Iva, non solo commercianti e liberi professionisti ma anche i collaboratori, dovranno dotarsi di Pos, il dispositivo elettronico di pagamento per carte di debito o credito, entro il 1° luglio 2020.
Per chi rifiuta i pagamenti elettronici è prevista una sanzione amministrativa di 30 euro, maggiorata del 4% del valore della transazione. Saranno esentati solo i casi di oggettiva impossibilità tecnica. La nuova normativa risulta dai provvedimenti contenuti nel Decreto fiscale n.124/2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 ottobre, e dal testo della legge di Bilancio 2020 che il 2 novembre è stato presentato alla Camera.
L’obbligo si applica nei confronti di tutti i soggetti che effettuano attività di vendita di beni e di prestazione di servizi, anche professionali. Il Pos obbligatorio per commercianti e liberi professionisti non è una novità, era stato già introdotto all’epoca del governo Monti con il Decreto Crescita n.179/2012, che aveva previsto la sua entrata in vigore dal 1° gennaio 2014. La mancanza di sanzioni e di incentivi, tuttavia, lo aveva reso poco efficace e scarsamente applicato.
Dal 1° luglio 2020 cambierà tutto e tutte le partite Iva, dunque anche i collaboratori – salvo modifiche normative successive – dovranno accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito e dotarsi di Pos per riceverli. Non sono previsti importi minimi per far scattare l’obbligo del pagamento elettronico, che si applicherà a tutte le transazioni. Nella precedente normativa introdotta governo Monti, invece, era previsto l’obbligo del pagamento con moneta elettronica solo per importi superiori ai 30 euro, come da decreto ministeriale del 24 gennaio 2014.
L’altra novità riguarda l’esclusione dal beneficio di riduzione ad un terzo della sanzione amministrativa in caso di pagamento entro 60 giorni dalla contestazione. Nella nuova disciplina, infatti, è escluso l’istituto dell’oblazione amministrativa, previsto dalla legge n. 689/1981.
Accanto alle sanzioni, sono previsti anche degli incentivi per l’utilizzo del Pos. La nuova normativa, infatti, introduce un credito di imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sulle transazioni elettroniche per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate dal 1° luglio 2020. Il beneficio si applica a tutte le Partite Iva, a prescindere dal regime fiscale a cui appartengono. L’unica condizione è che il contribuente non abbia realizzato ricavi o compensi superiori ai 400 mila euro nel precedente anno d’imposta.
Il credito d’imposta potrà essere utilizzato solo in compensazione, indicato nel modello F24, nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito. Il beneficio non concorrerà alla formazione del reddito del contribuente ai fini Irpef e nemmeno del valore della produzione ai fini Irap.
Per verificare se il contribuente ha diritto a questo incentivo, gli operatori che forniscono sistemi di pagamento tramite Pos dovranno inviare all’anagrafe tributaria tutte le informazioni necessarie. Entro i 60 giorni dall’entrata in vigore del Decreto fiscale, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate dovrà definire con proprio provvedimento i termini, le modalità e il contenuto di queste comunicazioni.
Infine, la legge di Bilancio prevede un ulteriore incentivo all’uso del Pos, questa volta dal lato consumatore. Tutti i soggetti maggiorenni e residenti in Italia potranno beneficiare di un rimborso in denaro per gli acquisti effettuati con carte di credito e di debito. L’unica condizione è che tali acquisti avvengano al di fuori dell’esercizio di un’attività d’impresa, di un’arte o professione. A questo scopo, la legge di Bilancio stanzia un fondo di 3 miliardi annui, anche se ulteriori condizioni e modalità di applicazione devono ancora essere definite.
È chiaro come questa nuova normativa sull’obbligo di Pos per le Partite Iva, con un sistema di sanzioni e incentivi, abbia come fine ultimo quello di tracciare tutti i pagamenti, far emergere il sommerso e contrastare l’evasione fiscale.
Obbligo del Pos per tutti gli autonomi, secondo le nuove norme del Decreto fiscale e della legge di Bilancio
Dal prossimo anno gli autonomi non avranno più scuse: l’obbligo del Pos diventa effettivo per tutti e chi non si adegua sarà sanzionato. Lo prevedono le norme contenute nel Decreto fiscale e nella legge di Bilancio 2020. Tutte le partite Iva, non solo commercianti e liberi professionisti ma anche i collaboratori, dovranno dotarsi di Pos, il dispositivo elettronico di pagamento per carte di debito o credito, entro il 1° luglio 2020.
Per chi rifiuta i pagamenti elettronici è prevista una sanzione amministrativa di 30 euro, maggiorata del 4% del valore della transazione. Saranno esentati solo i casi di oggettiva impossibilità tecnica. La nuova normativa risulta dai provvedimenti contenuti nel Decreto fiscale n.124/2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 ottobre, e dal testo della legge di Bilancio 2020 che il 2 novembre è stato presentato alla Camera.
L’obbligo si applica nei confronti di tutti i soggetti che effettuano attività di vendita di beni e di prestazione di servizi, anche professionali. Il Pos obbligatorio per commercianti e liberi professionisti non è una novità, era stato già introdotto all’epoca del governo Monti con il Decreto Crescita n.179/2012, che aveva previsto la sua entrata in vigore dal 1° gennaio 2014. La mancanza di sanzioni e di incentivi, tuttavia, lo aveva reso poco efficace e scarsamente applicato.
Dal 1° luglio 2020 cambierà tutto e tutte le partite Iva, dunque anche i collaboratori – salvo modifiche normative successive – dovranno accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito e dotarsi di Pos per riceverli. Non sono previsti importi minimi per far scattare l’obbligo del pagamento elettronico, che si applicherà a tutte le transazioni. Nella precedente normativa introdotta governo Monti, invece, era previsto l’obbligo del pagamento con moneta elettronica solo per importi superiori ai 30 euro, come da decreto ministeriale del 24 gennaio 2014.
L’altra novità riguarda l’esclusione dal beneficio di riduzione ad un terzo della sanzione amministrativa in caso di pagamento entro 60 giorni dalla contestazione. Nella nuova disciplina, infatti, è escluso l’istituto dell’oblazione amministrativa, previsto dalla legge n. 689/1981.
Accanto alle sanzioni, sono previsti anche degli incentivi per l’utilizzo del Pos. La nuova normativa, infatti, introduce un credito di imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sulle transazioni elettroniche per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate dal 1° luglio 2020. Il beneficio si applica a tutte le Partite Iva, a prescindere dal regime fiscale a cui appartengono. L’unica condizione è che il contribuente non abbia realizzato ricavi o compensi superiori ai 400 mila euro nel precedente anno d’imposta.
Il credito d’imposta potrà essere utilizzato solo in compensazione, indicato nel modello F24, nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito. Il beneficio non concorrerà alla formazione del reddito del contribuente ai fini Irpef e nemmeno del valore della produzione ai fini Irap.
Per verificare se il contribuente ha diritto a questo incentivo, gli operatori che forniscono sistemi di pagamento tramite Pos dovranno inviare all’anagrafe tributaria tutte le informazioni necessarie. Entro i 60 giorni dall’entrata in vigore del Decreto fiscale, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate dovrà definire con proprio provvedimento i termini, le modalità e il contenuto di queste comunicazioni.
Infine, la legge di Bilancio prevede un ulteriore incentivo all’uso del Pos, questa volta dal lato consumatore. Tutti i soggetti maggiorenni e residenti in Italia potranno beneficiare di un rimborso in denaro per gli acquisti effettuati con carte di credito e di debito. L’unica condizione è che tali acquisti avvengano al di fuori dell’esercizio di un’attività d’impresa, di un’arte o professione. A questo scopo, la legge di Bilancio stanzia un fondo di 3 miliardi annui, anche se ulteriori condizioni e modalità di applicazione devono ancora essere definite.
È chiaro come questa nuova normativa sull’obbligo di Pos per le Partite Iva, con un sistema di sanzioni e incentivi, abbia come fine ultimo quello di tracciare tutti i pagamenti, far emergere il sommerso e contrastare l’evasione fiscale.
Articolo di “QuiFinanza”:
https://quifinanza.it/soldi/partite-iva-scatta-obbligo-pos-categorie-interessate-sanzioni-previste/325773/
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