L’Italia prova a ripartire dopo un mese e mezzo di lockdown. Dal 4 maggio rientrano al lavoro 4,4 milioni di lavoratori. Via all’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi
Finisce la stagione delle comunicazioni ai prefetti per aprire le fabbriche. Da oggi, lunedì 4 maggio, secondo le nuove Faq pubblicate sul sito del Governo, l’elenco delle attività produttive contenuto all’allegato 3 del Dpcm del 26 aprile deve ritenersi «esaustivo». Via libera, dunque,alla ripresa di manifattura (tessile, moda, auto, mobili), costruzioni e commercio all’ingrosso delle relative filiere, industria estrattiva.
Potranno riaprire i battenti anche i settori del restauro delle opere d’arte e quello della riparazione e manutenzione di materiale rotabile, così come i concessionari di auto. Tutti obbligati a rispettare i protocolli allegati al decreto, pena «la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza».
L’Italia prova a ripartire dopo un mese e mezzo di lockdown. Lo fa in un clima politico rovente, con il premier Giuseppe Conte nel mirino del leader di Iv Matteo Renzi, il Pd in fibrillazione, il M5S a perenne rischio implosione, liti sul decreto maggio e scenari di nuovi Governi puntualmente smentiti. E lo fa a macchia di leopardo, tra proteste e fai-da-te delle Regioni, che nonostante i tentativi di coordinamento continuano a muoversi in autonomia.
Ultima la Sardegna di Christian Solinas, che ha scelto di riprendere le messe, su cui proprio ieri, sabato 2 maggio, Governo e Cei hanno definito un protocollo di massima per la ripartenza graduale entro la fine del mese, in ogni caso soltanto dopo un monitoraggio per altre due settimane, in particolare dei funerali che da lunedì 4 maggio, potranno tenersi con 15 persone al massimo. L’intesa segna la rinnovata tregua con l’Esecutivo dopo il duro scontro andato in scena il 26 aprile. «Soddisfazione» è stata espressa dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana.
Saranno 4,4 milioni i lavoratori che torneranno al proprio posto (e basterà il tesserino come giustificazione in caso di controlli), mentre quasi altrettanti sono in smart working: oltre 4,3 milioni, di cui circa 2,5 milioni nella Pa e oltre 1,8 milioni nel privato. Tanto che i sindacati adesso invocano un protocollo ad hoc, con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo che si è già detta disponibile al confronto.
Certo è che la fase 2 si apre in un Paese ancora scosso dalla pandemia: l’aumento dei contagi da Covid-19 resta stabile (sabato sono stati +1.900 più di venerdì), ma i decessi sono tornati a crescere (+474). Di qui la cautela con cui procede il Governo, conscio che la riapertura sarà un test cruciale per il sistema sanitario, chiamato innanzitutto a circoscrivere gli eventuali nuovi focolai sulla base dei criteri individuati dal ministero della Salute. Da domani arriveranno inoltre in molti laboratori i primi dei 150mila test sierologici per l’indagine campionaria nazionale.
Sempre oggi, lunedì 4 maggio, scatterà l’obbligo per tutta la popolazione, esclusi i bambini fino a 6 anni, di indossare mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, su taxi e mezzi, nelle aziende dove non sia possibile il distanziamento. E reperirle dovrebbe essere più semplice rispetto agli scorsi mesi: secondo il commissario Domenico Arcuri sarà possibile acquistarle in 50mila punti vendita, uno ogni 1.200 abitanti, al prezzo massimo di 50 centesimi. E da metà maggio i punti vendita dovrebbero raddoppiare.
Le Faq non hanno esaurito tutti i dubbi. Fonti di Palazzo Chigi sono dovute intervenire per precisare che gli amici non sono ricompresi tra le «persone legate da uno stabile legame affettivo» indicate nell’elenco dei congiunti cui si potrà fare visita, insieme a coniugi, conviventi, partner delle unioni civili, parenti fino al sesto grado e affini fino al quarto. E, in assenza di un cenno alle seconde case, le stesse fonti hanno dovuto chiarire: «Spostarsi alla seconda casa non è una necessità». Dunque resta il divieto di raggiungerle. È invece chiaro che colf, badanti e baby sitter possono lavorare, anche se non conviventi.
Se infine per l’università ci si interroga sull’effettiva facoltà di riuscire a garantire le misure di protezione per far ripartire esami e sedute di laurea in presenza, sulla scuola si solleva un nuovo polverone, dopo quello sui concorsi. La ministra Lucia Azzolina ha spiegato che per settembre si valuta l’ipotesi «didattica mista»: metà studenti in classe, metà collegati online. Immediato il “no” di Pd e Italia Viva. E resta un mistero come conciliare l’idea con il ritorno al lavoro dei genitori.
L’Italia prova a ripartire dopo un mese e mezzo di lockdown. Dal 4 maggio rientrano al lavoro 4,4 milioni di lavoratori. Via all’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi
Finisce la stagione delle comunicazioni ai prefetti per aprire le fabbriche. Da oggi, lunedì 4 maggio, secondo le nuove Faq pubblicate sul sito del Governo, l’elenco delle attività produttive contenuto all’allegato 3 del Dpcm del 26 aprile deve ritenersi «esaustivo». Via libera, dunque,alla ripresa di manifattura (tessile, moda, auto, mobili), costruzioni e commercio all’ingrosso delle relative filiere, industria estrattiva.
Potranno riaprire i battenti anche i settori del restauro delle opere d’arte e quello della riparazione e manutenzione di materiale rotabile, così come i concessionari di auto. Tutti obbligati a rispettare i protocolli allegati al decreto, pena «la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza».
L’Italia prova a ripartire dopo un mese e mezzo di lockdown. Lo fa in un clima politico rovente, con il premier Giuseppe Conte nel mirino del leader di Iv Matteo Renzi, il Pd in fibrillazione, il M5S a perenne rischio implosione, liti sul decreto maggio e scenari di nuovi Governi puntualmente smentiti. E lo fa a macchia di leopardo, tra proteste e fai-da-te delle Regioni, che nonostante i tentativi di coordinamento continuano a muoversi in autonomia.
Ultima la Sardegna di Christian Solinas, che ha scelto di riprendere le messe, su cui proprio ieri, sabato 2 maggio, Governo e Cei hanno definito un protocollo di massima per la ripartenza graduale entro la fine del mese, in ogni caso soltanto dopo un monitoraggio per altre due settimane, in particolare dei funerali che da lunedì 4 maggio, potranno tenersi con 15 persone al massimo. L’intesa segna la rinnovata tregua con l’Esecutivo dopo il duro scontro andato in scena il 26 aprile. «Soddisfazione» è stata espressa dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana.
Saranno 4,4 milioni i lavoratori che torneranno al proprio posto (e basterà il tesserino come giustificazione in caso di controlli), mentre quasi altrettanti sono in smart working: oltre 4,3 milioni, di cui circa 2,5 milioni nella Pa e oltre 1,8 milioni nel privato. Tanto che i sindacati adesso invocano un protocollo ad hoc, con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo che si è già detta disponibile al confronto.
Certo è che la fase 2 si apre in un Paese ancora scosso dalla pandemia: l’aumento dei contagi da Covid-19 resta stabile (sabato sono stati +1.900 più di venerdì), ma i decessi sono tornati a crescere (+474). Di qui la cautela con cui procede il Governo, conscio che la riapertura sarà un test cruciale per il sistema sanitario, chiamato innanzitutto a circoscrivere gli eventuali nuovi focolai sulla base dei criteri individuati dal ministero della Salute. Da domani arriveranno inoltre in molti laboratori i primi dei 150mila test sierologici per l’indagine campionaria nazionale.
Sempre oggi, lunedì 4 maggio, scatterà l’obbligo per tutta la popolazione, esclusi i bambini fino a 6 anni, di indossare mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, su taxi e mezzi, nelle aziende dove non sia possibile il distanziamento. E reperirle dovrebbe essere più semplice rispetto agli scorsi mesi: secondo il commissario Domenico Arcuri sarà possibile acquistarle in 50mila punti vendita, uno ogni 1.200 abitanti, al prezzo massimo di 50 centesimi. E da metà maggio i punti vendita dovrebbero raddoppiare.
Le Faq non hanno esaurito tutti i dubbi. Fonti di Palazzo Chigi sono dovute intervenire per precisare che gli amici non sono ricompresi tra le «persone legate da uno stabile legame affettivo» indicate nell’elenco dei congiunti cui si potrà fare visita, insieme a coniugi, conviventi, partner delle unioni civili, parenti fino al sesto grado e affini fino al quarto. E, in assenza di un cenno alle seconde case, le stesse fonti hanno dovuto chiarire: «Spostarsi alla seconda casa non è una necessità». Dunque resta il divieto di raggiungerle. È invece chiaro che colf, badanti e baby sitter possono lavorare, anche se non conviventi.
Se infine per l’università ci si interroga sull’effettiva facoltà di riuscire a garantire le misure di protezione per far ripartire esami e sedute di laurea in presenza, sulla scuola si solleva un nuovo polverone, dopo quello sui concorsi. La ministra Lucia Azzolina ha spiegato che per settembre si valuta l’ipotesi «didattica mista»: metà studenti in classe, metà collegati online. Immediato il “no” di Pd e Italia Viva. E resta un mistero come conciliare l’idea con il ritorno al lavoro dei genitori.
Articolo di “IlSole24Ore”
https://www.ilsole24ore.com/art/al-via-fase-2-ecco-chi-riapre-domani-ADjQg7N
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